Un pacchetto di aiuti per l’industria in crisi
Il governo ha approvato un pacchetto di misure straordinarie per affrontare le crisi industriali che continuano a colpire settori strategici del sistema produttivo italiano. Il provvedimento, varato nel Consiglio dei Ministri del 12 giugno, punta a rafforzare gli strumenti di protezione sociale e rilancio occupazionale nei territori più colpiti dalle difficoltà aziendali. Previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro a favore di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, per garantire la continuità produttiva e la messa in sicurezza degli impianti.
Si semplificano inoltre le norme relative agli impianti per la produzione di preridotto (DRI), innovativa alternativa agli altiforni, e quelle sugli investimenti negli stabilimenti di interesse strategico nazionale. Per investimenti superiori a 50 milioni di euro, all’interno delle aree ex ILVA o ad esse funzionali, gli investitori potranno accedere alle procedure accelerate e semplificate previste per i “programmi di investimento di interesse strategico nazionale” (art. 13 del DL 104/2023), con nomina di un Commissario straordinario di Governo e autorizzazioni in deroga.
Il pacchetto introduce l’estensione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori coinvolti in ristrutturazioni o chiusure di siti produttivi. Le aziende in crisi, comprese le medio-piccole, potranno accedere più facilmente alla cassa integrazione straordinaria e a strumenti di politica attiva del lavoro, con l’obiettivo di tutelare i redditi e favorire la ricollocazione tramite percorsi formativi.
Per gli anni 2025 e 2026, le imprese operanti in aree di crisi industriale complessa saranno esentate dal pagamento degli oneri aggiuntivi della CIG straordinaria, a meno che non venga avviata una procedura di licenziamento collettivo.
Si interviene anche per le grandi imprese (gruppi con oltre 1.000 dipendenti), consentendo:
- l’estensione della CIG straordinaria ai gruppi, non solo alle singole imprese;
- la durata della misura fino al 2027;
- una riduzione dell’orario di lavoro fino al 100%.
Previsti anche 8 milioni di euro aggiuntivi per ciascuno degli anni 2025 e 2026, da destinare al Fondo sociale per occupazione e formazione, a favore di lavoratori sospesi o con orario ridotto in aziende confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata.
Nel settore della moda, viene estesa per 12 settimane, tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2025, l’integrazione salariale INPS per i lavoratori di aziende fino a 15 dipendenti, anche artigiane.
Infine, viene introdotta una nuova modalità di erogazione dell’integrazione salariale: i datori di lavoro potranno chiedere all’INPS il pagamento diretto ai lavoratori, senza dover dimostrare difficoltà finanziarie.
Il governo prevede fondi specifici per i territori colpiti da crisi complesse o riconversioni produttive, promuovendo piani di reindustrializzazione in sinergia con Regioni ed enti locali. L’obiettivo è incentivare investimenti in settori innovativi e a basso impatto ambientale.
Particolare attenzione va al rafforzamento del Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, rivelatosi essenziale nel sostenere aziende in crisi con potenzialità di rilancio.